P. Angelo Secchi, S.J.

P. Angelo Secchi SJ, direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano dal 1850 fino alla sua morte nel 1879, produsse profondi progressi scientifici in una mezza dozzina di campi molto diversi: meteorologia, misurazione del tempo, rilevamento e geodesia, geologia planetaria, spettroscopia delle stelle e dei pianeti , classificazione stellare, fisica solare, e la “connessione Sole-Terra” tra l’attività solare e la magnetosfera terrestre.
Secchi nacque a Reggio Emilia il 28 giugno 1818. Studiò nel locale collegio dei Gesuiti e a quindici anni entrò nella Compagnia di Gesù. Nel 1837 il suo professore di fisica, Giovanni Battista Pianciani SJ, osservò che il giovane gesuita era dotato negli studi scientifici. Dal 1841 al 1844 Secchi insegnò fisica alla scuola dei Gesuiti di Loreto. Al suo ritorno al Collegio Romano, divenne assistente di Pianciani.
Nel 1847 Secchi fu ordinato sacerdote. Ma l’anno successivo la situazione politica in Italia divenne instabile e Secchi, con gli altri gesuiti, fu costretto a lasciare l’Italia. Trascorse alcuni mesi in Inghilterra allo Stonyhurst College e poi, alla fine del 1848, si trasferì al Georgetown College, negli Stati Uniti, per insegnare fisica. Lì Secchi iniziò ad essere inserito nell’ambiente scientifico locale, in particolare il commodoro Matthew F. Maury, dal quale Secchi apprese molto sulle nuove teorie della meteorologia dinamica, e il fisico Joseph Henry, segretario della Smithsonian Institution.
Nel 1849 fu ristabilito il governo pontificio e i gesuiti poterono tornare a Roma. La morte di P. Francesco De Vico aveva lasciato vacante la direzione dell’Osservatorio del Collegio Romano e Secchi, a soli 30 anni, era stato nominato Direttore.
L’incarico di astronomo a un fisico si è rivelato cruciale per il futuro programma scientifico dell’osservatorio. Prima di Secchi, l’astronomia era solo lo studio delle posizioni delle stelle e dei pianeti e il calcolo delle loro orbite. Ma Secchi è stato il primo a pensare alle luci del cielo come a luoghi con proprie composizioni e storie. Lui, e quelli che ha incoraggiato, hanno inventato l’astrofisica moderna e le scienze planetarie.
Altri avevano notato che il Sole aveva uno spettro unico; Secchi ha usato la spettroscopia per rispondere a domande specifiche sulla costituzione solare. Altri avevano notato che si potevano persino vedere gli spettri nelle stelle luminose; Secchi ha misurato gli spettri di migliaia di stelle, cercando schemi e modi per classificarli. Inoltre, ha anche preso gli spettri dei pianeti, identificando le loro atmosfere.
Nessuno prima di Secchi si era preso la briga di provare a ispezionare la superficie di Marte e dare un senso ai suoi segni superficiali in termini di processi geologici. Il lavoro di Secchi ispirò le mappe pionieristiche di Schiaparelli e Lowell, che presero in prestito il famigerato termine di Secchi canale (canali) per descrivere caratteristiche che si rivelarono illusioni ottiche. Al contrario, le caratteristiche molto più ampie che Secchi ha descritto come canale sono reali.
Secchi è ricordato oggi anche per due strumenti che portano il suo nome. Il disco di Secchi pare abbia realizzato un pomeriggio, come favore per un amico che cercava un modo ripetibile per misurare la limpidezza dell’acqua. L’altro è uno strumento sul veicolo spaziale NASA STEREO che monitora l’attività solare, il pacchetto Sun-Earth Connection Coronal and Heliosphere Investigation (SECCHI), in onore del suo lavoro pionieristico che correla il magnetismo terrestre con l’attività solare.

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